La democrazia non si genera dalle leggi approvate dal Parlamento se non è già nella testa del cittadino, che quelle leggi deve chiedere e controllare che siano correttamente applicate" |
di Michele Carrieri |
Liceo Scientifico Statale "Alessandro Antonelli" Novara |
vincitore secondo premio concorso per il Decennale di ASTREA |
E’ grazie alla "Dichiarazione dei diritti dell’uomo e
del cittadino" pensata da uomini illustri, come l’illuminista
Jean Jacques Rousseau, che oggi ogni uomo può rivendicare i propri diritti.
Uno dei diritti più importanti è descritto nell’articolo 6 per cui:
"La legge è espressione della volontà generale. Tutti i cittadini
concorrono alla sua formazione.
Ciò vuol dire che le leggi sono già nella testa dell’uomo che non è
più suddito come in passato, ma è un cittadino presente, attivo in quelle
che sono le vicende politiche del proprio Paese, interessato a migliorare di
giorno in giorno la propria vita e quella dei suoi concittadini.
La storia dell’uomo si è incentrata, dai primordi della specie ai giorni
nostri, su due punti chiave fondamentali per vivere: l’autorità e la
territorialità.
La prima rappresenta il potere sui propri simili, mentre la seconda il
potere esclusivo ed assoluto sullo spazio fisico. Entrambe rappresentano le
motivazioni costanti del modo di agire dei popoli che ricreano l’istintività
propria degli animali.
È proprio da questo antico modello che sono emerse le idee che
costituiscono, oggi, i fondamentali della democrazia: uguaglianza, diritto,
giustizia e libertà.
Ogni cittadino consapevole del bene vorrebbe vedere trasformate queste
semplici parole in realtà tangibili, ogni padre vorrebbe vedere vivere il
proprio figlio in un mondo libero da schiavitù, criminalità, oppressione;
ogni madre vorrebbe vedere camminare i propri figli verso la scuola senza
che nessuno li aggredisca con sassate perché di razza, religione e
ideologie diverse. Ogni donna e ogni uomo vorrebbe veder rispettati i propri
diritti rispettando le leggi della giustizia.
La libertà è la vera natura dell’uomo, ma il cammino per ottenerla è
lungo e pieno di insidie.
Nel suo cammino, l’uomo-cittadino non può comportarsi come Don Abbondio
che, "camminando bel bello", scalcia i sassi più lontano
possibile, come fossero problemi da affrontare in vite future. Don Abbondio "non era nato con un cuor di leone"
e vivendo in una società Cinquecentesca in cui la difesa dei deboli non era
garantita, nonostante le molteplici leggi varate contro i prepotenti ed i
bravi, era costretto a sopravvivere in quella società
"come un vaso di
terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro".
È per non vivere con la
paura del frate che l’uomo di oggi deve chiedere
e controllare che le leggi siano correttamente applicate,
non può permettersi di vivere come un vaso di terracotta poiché prima o
poi sarà destinato a rompersi.
Così deve rivendicare il proprio diritto che implica il principio dell’uguaglianza,
sempre in evoluzione soprattutto in Europa, sin dai tempi della caduta dell’Impero
Romano.
Non più solo terracotta, non solo più ferro, ma un commisto di questi due
elementi.
Senza uguaglianza è impossibile concepire la democrazia, essa non è solo
un’esigenza mentale ma anche un’esigenza che vuole essere capace di
cogliere i segni unificanti caratteristici dell’evoluzione civile dell’uomo.
Il cittadino ha un’enorme responsabilità nel pensare ad una legge, più
grande persino della possibilità di votarla ed approvarla.
Una legge, concepita nella disonestà del singolo, se attecchisse su
cittadini che, da singoli individui, vengono trasformati in semplice massa,
provocherebbe, a lungo andare, catastrofi irreversibili. Ogni giorno abbiamo
proposte concepite in modo sbagliato, ne sono un esempio il periodo nazista
e l’attuale crisi argentina.
Ogni singolo individuo, se cittadino, ha la possibilità di smuovere le
montagne.
Per il principio democratico
la sovranità appartiene al popolo,
ciò vuol dire che detiene i tre poteri, quello legislativo, quello
esecutivo e quello giudiziario, sebbene ne deleghi l’esercizio a specifici
organi dello Stato.
Ad esempio, in Italia, ogni cittadino, secondo l’art.50 della
Costituzione, può rivolgere petizioni alle Camere per chiedere
provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità;
può esercitare iniziativa di legge purchè venga presentato un progetto
sostenuto da almeno 50.000 firme di cittadini maggiorenni.
La sede dove si esercita la politica è il parlamento che, in tale
attività, ha la sua più grande ragione di essere, ma deve rimanere ferma
la sua rappresentatività poiché, senza di essa, cade la ragione d’essere
della consultazione popolare.
Il popolo è costituito da cittadini che operano in collettività per la
salvaguardia della specie ed il benessere comune. La democrazia è una forma
di governo propria dell’uomo e della sua evoluzione culturale che prevede
l’autogoverno del popolo, attraverso il voto individuale, e la
rappresentanza parlamentare.
L’applicazione di una legge è un dovere dell’uomo, come il controllo
che essa venga applicata correttamente.
Ma democrazia e leggi sono pensate come "L’ognuno a casa, ognun
per sé" della vecchia Francia conservatrice, oppure "Miglioramento
di tutti per opera di tutti e progresso di ciascuno per vantaggio di
tutti" della Francia del popolo?.
È difficile comprendere sino in fondo quali siano gli intenti di chi
propone ed applica le leggi, se tutto sia fatto in buona fede e con onestà,
ed è per questo che ognuno deve chiedere che esse, nel rispetto dei diritti
dell’uomo, siano applicate correttamente.
Il principio della socialità e della solidarietà in cui ciascuno è
chiamato a farsi carico anche dei problemi degli altri con azioni, anche
politiche, attuate per il cosiddetto "Bene
della società".
Un cittadino che non agisce
non è un vero cittadino; un cittadino che delega ed altri l’onere di
scegliere, lavandosene le mani, sarà sempre critico e scontento verso
qualsiasi decisione; un cittadino che non fa mai sentire la propria voce è
un codardo o un menefreghista.
Chi non sceglie non decide, e, come disse Gioberti:
"Gli assenti hanno
sempre torto e perdono il diritto di reclamare".
Il cittadino, col
trascorrere dei tempi, ha contribuito alla creazione dell’identità del
proprio Paese, del proprio Stato, della propria Nazione;
è come se, piano piano, avesse lavorato alla creazione di un vestito adatto
alla propria taglia, da indossare ogni giorno, grazie al quale possa essere
riconosciuto in tutto il mondo.
"Chi dorme non piglia
pesci", come dice un
antico detto popolare, è per questo che non bisogna accodarsi alla massa o
disinteressarsi degli avvenimenti che condizionano la vita di tutti i
giorni, non vivere all’ombra di nessuno, non essere un semplice numero all’interno
di una popolazione, perché "il
numero accresce la forza, non la crea".
"TUTTO E’ NELLE MANI DELL’UOMO, E TUTTO EGLI SI LASCIA SCAPPARE,
UNICAMENTE PER VIGLIACCHERIA".
FEDOR DOSTOEVSIJ
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